A quattro anni dalla morte torna prepotentemente tra noi, come solo lui sapeva fare, Leonardo Tartaglia (27 ottobre 1933 – 8 maggio 2013), meglio conosciuto, nella nostra regione ed in Italia, come LEFRA. Una lunga ed instancabile vita dedicata alla fotografia ed al reportage fotografico. Il suo rapporto con questa forma espressiva inizia prestissimo, come mostra l’immagine da piccolo, testimonial della mostra, con a tracollo una macchinetta fotografica. Poi, un regalo di una macchinetta fotografica tutta sua il giorno della sua prima comunione. L’amore per questa relativa giovane arte lo avvolgerà e lo accompagnerà per tutta la vita. La macchinetta gli rimarrà a tracollo per sempre. Non si può immaginare Leonardo senza una o più macchinette che pendevano sul suo petto o sui suoi fianchi. Così “bardato“, con una inseparabile valigetta e con un camper, lo si scorgeva ovunque in questa nostra incantata terra. Nelle sedi istituzionali, su un ciglio di una strada, su una scala, su un balcone, sempre in un improbabile equilibrio fisico, pronto ad essere il primo a documentare, attraverso la fotografia, eventi, luoghi e persone. Aiutava a creare il personaggio il suo colorato modo di vestire, la sua propensione alla socializzazione ed il suo spontaneo ed affabile sorriso.
LeonardoTartaglia, però, non era solo un bravo fotografo, come la sua vasta biografia attesta. Apparteneva a quella eletta schiera di fotografi molisani (Trombetta, Pilone, Chiodini, De Vito…) che hanno saputo costruire un enorme archivio fotografico e che ci consente oggi di avere una lettura socio-economica-politica- antropologica della società molisana a partire dagli ultimi decenni dell’ottocento e tutto il novecento.
Egli, nei suoi lunghi anni di attività, con le sue innumerevoli iniziative, girando in lungo ed in largo il Molise ha documentato, in modo quasi maniacale, ogni personaggio, ogni luogo, ogni iniziativa di valore culturale che si sono svolte nei nostri centotrentasei Comuni. Non tralasciando mai, ovunque si recava, di recuperare le altre memorie fotografiche di quella comunità, acquisendo sia da privati o dai vecchi fotografi l’archivio del luogo. Questo enorme patrimonio costruito negli anni, con lungimiranza, la Provincia lo ha acquisito mettendolo a disposizione di studiosi e dei molisani.
Ben altra cosa è l’archivio sull’emigrazione che vi proponiamo.
Leonardo, per un ancestrale motivo, che solo un molisano può capire, non se n’è voluto separare.
Perciò, la Regione, attraverso l’ufficio Rapporti con i Molisani nel Mondo e la Presidenza del Consiglio Regionale, in collaborazione con la famiglia Tartaglia, ha voluto far conoscere quest’altra parte del patrimonio iconografico dei molisani, visto e documentato da Leonardo.
Per queste ragioni oggi siamo qui con voi. Per le stesse ragioni oggi ci sentiamo anche di dire di essere riconoscenti e grati a Leonardo, per l’amore, la passione, la professionalità che ha messo per la fotografia e per la gente della sua e nostra terra!
Antonio D’Ambrosio